Saluto ai maturandi

Cari studenti, care studentesse,

state per tagliare il traguardo: tra poche settimane concluderete il vostro percorso al Cairoli.
Molti di voi fremono (sì, l’elettricità è palpabile!) e non vedono l’ora di migrare verso altri lidi: ormai siete giovani uomini e donne e vi affacciate al futuro pieni di speranze, desiderosi di misurarvi con il mondo.
Da una realtà piccola e protetta, come quella della nostra scuola, siete pronti per tuffarvi nel gran mare della vita, con l’entusiasmo e la curiosità che accompagnano ogni nuova impresa.
Forse vi sentite un po’ insicuri, perché in fondo sapete che vi abbiamo accompagnati tenendovi per mano, incoraggiandovi nei momenti difficili e aiutandovi a non sedervi sugli allori; ma non dovete temere, perché avete conquistato gli strumenti intellettuali e culturali che vi consentiranno di farvi onore là fuori, nel vasto, variegato e a volte folle pianeta degli adulti.
I vostri professori vi hanno passato il testimone: tenetelo sempre nel vostro cuore, in quell’angolo speciale dell’anima che conserva i ricordi dell’adolescenza come il più prezioso dei tesori.
Nelle avversità della vita, la memoria di questi anni e di ciò che avete imparato sarà per voi un piccolo rifugio segreto, nel quale ritrovare la bellezza dell’adolescenza, la stagione della vita più dolce da ricordare: i primi amori, i primi “per sempre”, i primi viaggi senza mamma e papà... la prima versione!
Non ci credete? Sentite cosa scrisse il poeta Marino Moretti, ripensando alla sua giovinezza: 


Rosa della grammatica latina
che forse odori ancor nel mio pensiero
tu sei come l’immagine del vero
alterata dal vetro che s’incrina.

Fosti la prima tu che al mio furtivo
tempo insegnasti la tua lingua morta
e mi fioristi gracile e contorta
per un dativo od un accusativo.

(...) Passaron gli anni: un tempo di mia vita.
Avvizzirono i fior del mio giardino.
Ma tu, sempre fedele al tuo latino,
tu sola, o rosa, non sei più sfiorita.
Nel libro la tua pagina è strappata,
strappato il libro e chiusa la mia scuola,
ma tu rivivi nella mia parola
come nel giorno in cui t’ho “declinata”.

E vedo e ascolto: il precettore in posa,
la vecchia Europa appesa alla parete
e la mia stessa voce che ripete
sul desiderio di non so che cosa:
Rosa, la rosa
Rosae, della rosa...

Marino Moretti, Elogio di una rosa

La fede, l’amore, la freschezza e “i desideri di non so che cosa” che hanno reso speciale la vostra esperienza al Cairoli vi accompagnino sempre, nella consapevolezza che il Liceo Classico, così ricco e
raffinato, vi ha guidato sulla strada più ardua e stimolante: scoprire il vostro talento, per realizzare con gioia ciò che in fondo già siete da sempre.

Buona vita, ragazzi!